Poi fui io. Poeta. Così dissero
Ho odiato il mio corpo.
Ho odiato il mio corpo sin da fanciullo,
l'ho disprezzato.
Non potendomi diseredare da esso
ne smisi le vesti adamitiche,
mi rimboccai i pensieri furtivi
e diedi potere alle grasse
bocche consolatorie della gente,
mi fagocitarono,
da quelle voraci bocche mi lasciai
inghiottire ed epurare.
Ho odiato il mio corpo.
Ho negato la realtà degli eventi
a cui ambivo, il suono di quei
fermenti giornalieri,
i chiari adagi pomeridiani,
le tristi ombre. Eppure oggi son qui e
mi scopro reale; mi scopro
fertile e terreno, disarmato!
Quei pensieri arrivano perfino
a disprezzare la proiezione astratta
della mente e la sua trascendenza.
La sua trasparenza: dove vuoi che
scalpiti -io- al di fuori
di questa reale alternanza?
Che me ne faccio io di essa?
Dove vuoi che mi rifletta se non in
quell'orizzonte da crepuscolo inondante
che sono i tuoi amabili, amorevoli gesti?
(Claudio Malune)
Foto di: Nicolò Puppo