Ibico: 'Mi guarda tra le palpebre azzurrine'

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Ibico

Mi guarda tra le palpebre azzurrine



Mi guarda tra le palpebre azzurrine
Eros che strugge
con infinite malie
con le inafferrabili reti della Dea,
s'accosta e tremo,
come un cavallo vecchio provato
spinto col carro rapido
riottosamente, ancora, alla battaglia.


***

Ἔροϛ αὖτέ με κυανέοισιν ὑπό


Ἔροϛ αὖτέ με κυανέοισιν ὑπό
βλεφάροις τακέῥ ὄμμασι δερκόμενος
κηλήμασι παντοδαποῖσ’ ἐς ἅπειρα
δίκτυα Κύπριδι βάλλει.
ἦ μὰν τρομέω νιν ἐπερχόμενον,
ὥστε φερέζυγος ἵππος ἀεθλοφόρος ποτί γήρᾳ
ἀέκων σὺν ὄχεσφι θοοῖσ’ ἐς ἅμιλλαν ἐβα.


(da 'La poesia d’amore antica', Bur, 2013 – Traduzione di Enzo Mandruzzato)


[ FONTE ]


Ibico (Reggio, 570 a.C. circa – Corinto?, dopo il 522 a.C.)

[ Poeta greco antico di lirica corale. Restano solo frammenti pari a meno di 100 versi delle sue poesie: carmi lirici di contenuto eroico e poesie d'amore soprattutto in lode della bellezza degli efebi. Cicerone lo considerava poeta d'amore più ardente di tutti gli altri poeti greci. ]

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