Carlo Betocchi: 'Alla chiesa di Frosinone'
Alla chiesa di Frosinone
Il tuo orologio suona ogni quarto,
ogni quarto ricorda: - il tempo passa;
ogni quarto con tocchi argentini
e l'ore con cupi tocchi. E sembra
che siamo soli noi due, io e il tempo.
E sembra non ci sia carità; che il mondo
sia un'arida clessidra, e noi come sabbia
che, dentro, vi scivoliamo. E sembra,
il mondo, non altro che suono. Se non avessi
l'anima, e non fossi quasi un uccello
che batte l'ali fuor di palude, tu, tempo,
m'inganneresti. E tu, antica abside
che questi di Frosinone han lasciata
piena di crepe, o come nella tua polvere,
colpa, m'avvolgeresti. Ma la mia anima
prega sugli orizzonti senza suono,
di là dai lidi sabbiosi, dov'è andata
mia madre: di tra le ciglia della vita
che palpitano. Come di bambina che si ridesta,
la mia anima prega per ciò che muore.
(da 'L'estate di San Martino', Mondadori, 1961)
[ FONTE ]
Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986)
[ Poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale. ]