Francesco Chiesa: 'Febbraio'
Francesco Chiesa
Febbraio
O valletta! che ancora non è primavera,
e tu di sorridere tenti già! lascia
ch'io riveda com'è quel bel verde che quasi
negli occhi l'immagine più non ne trovo.
Rimirarti, o valletta; raccogliere ad una
ad una le piccole dolci tue cose:
ogni battito delle tue vene, ogni fiato
che mandi, ogni muoversi delle tue ciglia;
ogni minima sillaba del chioccolìo
che fai sotto i lugubri strami, o già sveglia!
Quelle prime tue primole uscite a sentire
se il sole è già tiepido, l'aria men bigia;
quel tuo timido verde inesperto che torna
cercando fra gli aridi ciuffi il sentiero...
Oh, se pure nel pallido inverno mio qualche
strisciuola di tenere erbe venisse!
Que' tuoi salici... Oh, bionde fantasime rosa
rimaste de' tremuli salci d'argento!
Simili, oggi, i tuoi salci alle limpide fiamme
vampanti nel cerulo mazzo domani,
quando lieta nei campi la gente dà fuoco,
cantando, alle stridule foglie ammucchiate...
O valletta, io vorrei que' tuoi vaghi colori
di fiamma raccendere nelle mie notti.
O una rama spiccar di nocciuolo, con quelle
nappine che oscillano senza che s'oda;
e quell'auree nappine sospenderle nelle
mie lunghe e difficili notti a oscillare...
[ FONTE ]
Francesco Chiesa (Sagno, 5 luglio 1871 – Lugano, 10 giugno 1973)
[ Poeta e insegnante svizzero. Laureato in Giurisprudenza, dopo un breve periodo alla procura di Lugano, passò all'insegnamento di Lettere e Storia dell'Arte al liceo cantonale. Fondò la "Piccola rivista ticinese" e fu uno strenuo sostenitore della lingua italiana. ]