Claudio Malune: 'Nel baleno dell'esondazione'
Nel baleno dell'esondazione
Artiglio ambedue le tue mani,
farò che le mie sian le tue
fin oltre l'ultima esalazione.
Possente sarà la presa
- soffioni prima del distacco -
possente come la tormenta
non le lascerò finché pace
non schiumerà dai miei polsi:
non m'arrenderò a lasciarti
pallida setola nell'onda.
La mia ultima parola prima
della sublimazione, tu sei.
Caligine sul querceto
di un dì venuto pensoso, tu sei.
Così come vuole il mio coperchio
di limo, in sogni inabissati
sui tuoi sogni, fammi tuo volto
e tienimi simbionte del tuo
amorevole scomparire: stringi forte
questa convinzione come un
cappio unto di melma; le mie mani,
i miei palmi di terriccio scompariranno
coi tuoi occhi, nell'attimo - disumano -
dell'esondazione.
Qualche cosa di noi rimarrà come lume,
quando i devoti pigeranno sul mattino e
senza rumore sfumerà in sogno lucido
l'abat-jour del crepuscolo.
(Claudio Malune)
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