Emily Dickinson: 'Invidio i mari che lui attraversa'
Invidio i mari che lui attraversa
Invidio i mari che lui attraversa -
invidio i raggi delle ruote
della carrozza che lo porta in giro -
invidio le curve colline
che osservano il suo viaggio.
Tutti possono vedere facilmente
quel che invece - ah, cielo -
a me è vietato assolutamente.
Invidio i nidi dei passeri
che punteggiano le sue lontane grondaie -
la mosca soddisfatta sul suo vetro -
e le foglie felici - felici -
che fuori dalla sua finestra
scherzano approvate dall'estate -
gli orecchini di Pizarro
non potrebbero acquistare ciò per me.
Invidio la luce che lo sveglia -
e le campane che gli annunciano con forti
rintocchi il mezzogiorno. Fossi io
per lui il mezzogiorno.
Ma mi vieto di fiorire -
e annullo la mia ape -
per paura che il mezzogiorno
sprofondi me e Gabriele nella notte infinita.
Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886)
[ Poetessa statunitense, è considerata tra i migliori lirici del XIX secolo. La sua vita fu priva di eventi esteriori: dopo i trent'anni scelse un volontario isolamento nella casa paterna. La sua poesia spazia dalle piccole cose della vita quotidiana – la natura, le stagioni – ai grandi temi dell'anima innestati sul tema della solitudine. ]
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