Forough Farrokhzad: 'Sulla terra'
Forough Farrokhzad
Sulla terra
Non ho mai sperato
diventar stella nel miraggio celeste.
Non ho sperato,
come un'anima eletta,
accompagnare angeli silenziosi.
Non mi sono mai separata dalla terra,
non ho mai incontrato una stella.
Sono in piedi, sulla terra.
Il mio corpo: uno stelo d'erba
che, per esistere, succhia
il sole, il vento, l'acqua.
Con i miei desideri,
con il mio dolore,
io sono sulla terra:
voglio l'elogio delle stelle
voglio le carezze del vento.
Guardo dalla mia finestra.
Non sono che l'eco di una canzone:
io non sono eterna.
Di una canzone, cerco solo l'eco,
nel grido di un desiderio
più puro del silenzio del dolore.
Io non cerco il nido
in un corpo steso come la rugiada
sul giaggiolo del mio corpo.
Sul muro della mia vita,
uomini, viandanti,
hanno tracciato ricordi
col nero carbone dell'amore:
un cuore trafitto da una freccia,
una candela rovesciata,
punti pallidi e silenziosi
sulle lettere della follia.
Tutte le labbra
che sfiorarono le mie labbra
hanno creato nella mia notte,
una stella,
che si posava sul fiume dei ricordi.
Perché dovrei invidiare le stelle?
Questa è la mia canzone,
non ci fu mai niente, prima.
(da 'Un'altra nascita', 1964 - Traduzione di Gina Labriola)
[ FONTE ]
Forough Farrokhzad (Teheran, 5 gennaio 1935 – Tafresh, 13 febbraio 1967)
[ Poetessa iraniana. Sfidando le autorità religiose, espresse con fermezza sensazioni e sentimenti della situazione femminile nella società iraniana degli anni cinquanta-sessanta, contribuendo al rinnovamento della letteratura persiana del '900. Morì in un incidente stradale tornando da una visita alla madre. La sua poesia fu vietata dalla rivoluzione islamica del 1979. ]