Mario Rivero: 'Poesie dell'inverno, VI'
Mario Rivero
Poesie dell'inverno, VI
Vieni dunque inverno,
bianco e gelido inverno.
Non c'è nessuno. Nulla e nessuno che possa consolare.
Non arriva nessuna che si adoperi per quello.
Soltanto una piccola farfalla,
che scuote le ali, smarrita, spinta dal vento,
svolazza da una parte all'altra.
Fa freddo nella stanza.
Ascolto filare la pioggia, la brillante filandaia
con le sue dita sottilissime...
Respiro la noia,
non respiro più l'anelito.
Vieni e prendimi, inverno!
Questa non può essere la tua mano, eppure lo è.
Il tuo bianco petto... e io ci sto così vicino.
(da 'Poesie dell'inverno', 1984 – Traduzione di Martha Canfield)
[ FONTE ]
Mario Rivero (Envigado, 1935 – Bogotà, 13 aprile 2009)
[ Poeta, giornalista e critico d'arte colombiano, fu definito "poeta urbano" per le sue tematiche relative alla vita in città e alla malinconia delle periferie narrate con linguaggio popolare. Fondò la rivista poetica Golpe de Dados. ]