Charles Baudelaire: 'Il veleno'
Charles Baudelaire
Il veleno
Il vino, sì, sa rinvestire la più sordida stamberga
di un lusso miracoloso,
fa sorgere più d'un favoloso portico
nell'oro del suo rosso vapore,
come un sole che tramonta in un cielo nuvoloso.
L'oppio, poi, dilata cose senza confini,
allunga l'illimitato,
approfondisce il tempo, scava la voluttà,
riempie l'anima di piaceri
neri e foschi più di quanto possa.
Ma tutto ciò non vale il veleno che stilla
dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi,
laghi dove trema la mia anima e si vede a rovescio...
A folla vengono i miei sogni
per dissetarsi a questi amari abissi!
Tutto ciò non vale il terribile prodigio
della tua saliva che morde,
che immerge nell'oblio la mia anima senza rimorso
e, in preda alla vertigine,
la fa rotolare sfinita sulle rive della morte!
(da 'I fiori del male' ('Les fleurs du Mal'), 1857, componimento n° XLIX - Traduzione di Claudio Rendina)
***
Le Poison
Le vin sait revêtir le plus sordide bouge
D'un luxe miraculeux,
Et fait surgir plus d'un portique fabuleux
Dans l'or de sa vapeur rouge,
Comme un soleil couchant dans un ciel nébuleux.
L'opium agrandit ce qui n'a pas de bornes,
Allonge l'illimité,
Approfondit le temps, creuse la volupté,
Et de plaisirs noirs et mornes
Remplit l'âme au delà de sa capacité.
Tout cela ne vaut pas le poison qui découle
De tes yeux, de tes yeux verts,
Lacs où mon âme tremble et se voit à l'envers…
Mes songes viennent en foule
Pour se désaltérer à ces gouffres amers.
Tout cela ne vaut pas le terrible prodige
De ta salive qui mord,
Qui plonge dans l'oubli mon âme sans remord,
Et, charriant le vertige,
La roule défaillante aux rives de la mort!
[ FONTE ]
Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867)
[ Poeta francese, considerato il padre del Simbolismo. Dopo un viaggio in Oriente, trascorse quasi tutta la vita a Parigi in un'alternanza di droghe, alcool, disordini e aspirazioni ideali. La sua poesia verte sull'uomo, le sue cadute e i suoi tentativi di rialzarsi tra spleen e ideale. ]
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