Derek Walcott: 'Preludio'
Derek Walcott
Preludio
Io, con le gambe incrociate alla luce del giorno, guardo
i pugni variegati di nuvole che si raccolgono sopra
gli sgraziati lineamenti di questa mia isola prona.
Intanto i piroscafi che dividono orizzonti dichiarano
noi perduti;
trovati solo
in opuscoli turistici, dietro ardenti binocoli;
trovati nel riflesso blu di occhi
che hanno conosciuto metropoli e ci credono felici, qui.
Il tempo striscia sui pazienti che da troppo sono pazienti,
così io, che ho fatto una scelta,
scopro che la mia fanciullezza se n'è andata.
E la mia vita, troppo presto, certo, per la profonda sigaretta,
la maniglia girata, il coltello che rigira
nelle viscere delle ore, non deve essere resa pubblica
finché non ho imparato a soffrire
in accurati giambi.
Vado, certo, attraverso tutti gli atti isolati,
faccio di situazioni una vacanza,
mi aggiusto la cravatta e fisso mascelle importanti,
e noto le vive immagini
di carne che passeggiano per l'occhio.
Finché da tutto mi allontano per pensare come,
nel mezzo del cammin della mia vita,
oh come giunsi a incontrare te, mio
riluttante leopardo dai lenti occhi.
("Prelude", da '25 Poems', 1948 – Traduzione di Barbara Bianchi)
[ FONTE ]
Sir Derek Alton Walcott (Castries, 23 gennaio 1930 – Cap Estate, 17 marzo 2017)
[ Poeta e scrittore santaluciano, premio Nobel per la Letteratura nel 1992. Cultore appassionato di letterature classiche antiche, ha espresso con singolare vigore il senso di privazione di una propria storia, peculiare dei caraibici di ascendenza africana. ]
[ Premio Nobel 1992 ]
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