Alí Calderón: 'Povero Valerio Catullo'
Alí Calderón
Povero Valerio Catullo
A chi dedicherai oggi i tuoi versi, povero Catullo?
su quali gambe poserai lo sguardo? Quale vita cingerà il tuo braccio?
Quali capezzoli e quali labbra morderai fino alla nausea?
Poni fine alla dolorosa pantomima: Lesbia è sempre stata,
caro poeta, caro amico,
una roccaforte inespugnabile.
A che vale ricordare la sua mano fiorita di gelsomini o i leggeri cinguettii
che ti suonavano dolci all'orecchio?
Perché parlare d'amore o di passione se lei è solo la sua immagine?
Perché evocarla e consacrarle un posto eterno nella memoria? Perché, Catullo?
Perché?
I tuoi versi non volteggino più attorno ai suoi jeans, alla sua maglia rubata,
il tuo corpo si abitui a questa spessa solitudine assurda e prematura,
il suo nome e la sua figura di palma e il suo sguardo di gladiolo
si perdano, a poco a poco,
in modo ineluttabile e irreversibile,
nell'incerto e doloroso
andare e venire dei giorni.
E non importa che si chiamasse Denise o Clodia o Valentina.
Che importa, povero Valerio Catullo? Che importa?
[ FONTE ]
Alí Calderón (Puebla, 1982)