Eduardo Carranza: 'Sonetto assetato'
Eduardo Carranza
Sonetto assetato
Mio tu. Mia sete. Mia attesa. Mio ti amo.
Coltello e ferita che lo racchiude.
La risposta che aspetto quando chiamo.
La mia mela del cielo e della terra.
Mio per sempre e mio mai. Mia acqua leggera,
sonora e azzurra. Mio amore e mio simbolo.
La pelle infinita. La rosa folle.
Il giardino emaciato che mi sogna.
Stellare insonnia. Quello che mi manca.
La mela ancora. La sete. La seta.
Il mio cuore senza uso di ragione:
mi manchi tanto in questa lontananza,
ogni sera, ogni notte, ogni giorno,
proprio come se mi mancasse il cuore.
("Soneto sediento", da 'El olvidado', 1949)
[ FONTE ]
Eduardo Carranza Fernández (Apiay, 23 luglio 1913 - Bogotá, 13 febbraio 1985)
[ Poeta colombiano. Nella sua opera, di tendenza classicista, il mondo dell'infanzia emerge arricchito di nuove esperienze nel quadro del paesaggio americano. La sua poesia si evolve dalla celebrazione della vita, dell'amore, dell'illusione e del fascino dell'esistenza, al riconoscimento, già nella maturità, del disincanto, della delusione del vivere. ]