Hafez: 'Per un gitano'
Hafez
Per un gitano
1. Per un gitano bello e turbolento s'appassiona il cuore mio:
pelle bruna, d'assassino le mani, in volto il colore degli incanti.
2. Che vadano in offerta alla veste strappata dei volti di luna
le mille tuniche della castità, il saio nero dell'astinenza.
3. Porterò con me nella terra il ricordo del tuo neo
perché con il tuo neo profumato d'ambra si faccia il mio terreno.
4. Sono servo di quelle parole che attizzano dovunque il fuoco,
non sfavilla la fiamma viva in poesia con l'acqua gelida.
5. L'Angelo non sa cosa sia l'amore, e allora tu coppiere
innalza la coppa e versa sul fango di Adamo il roseo vino.
6. Povero e distrutto sono giunto alla tua soglia per chiedere la grazia,
perché se non il tuo affetto per me altro soccorso non esiste.
7. Nella casa del vino ieri notte la voce occulta mi sussurrava:
resta lì, nella stazione dell'attesa, e non fuggire dal destino.
8. Posa adesso la coppa sul mio sudario, ché all'alba del Giudizio
io porti via dal cuore, con il vino, il terrore per la Fine dei Tempi.
9. Non esistono cortine che separino l'amante dall'amato:
svélati da questo sentiero, sei tu, Hafez, il tuo stesso velo.
(Poesia datata 1350-1390 - Traduzione di Domenico Arturo Ingenito)
[ FONTE ]
[ ASCOLTA LA POESIA RECITATA DA ALBERTO ANGRISANO ]
Hāfez, o Hafez, per esteso Khāje Shams o-Dīn Moḥammad Ḥāfeẓ-e Shīrāzī, o Shams al-Din Mohammad Shirazi (in persiano: خواجه شمسالدّین محمّد حافظ شیرازی) (Shiraz, 1315 – Shiraz, 1390)