Francesco Petrarca: 'La vita fugge e non s'arresta un'ora'
Francesco Petrarca
La vita fugge e non s'arresta un'ora
La vita fugge e non s'arresta un'ora,
e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti e le passate
mi danno guerra, e le future ancora;
e il rimembrare e l'aspettar m'accora,
or quinci or quindi, sì che in veritate,
se non ch'io ho di me stesso pietate,
io sarei già di questi pensier fòra.
Tornami avanti, s'alcun dolce mai
ebbe il cor tristo; e poi da l'altra parte
veggio al mio navigar turbati i venti;
veggio fortuna in porto, e stanco omai
il mio nocchiero, e rotte àrbore e sarte,
e i lumi bei, che mirar soglio, spenti.
(Testo del sonetto 272, 1353-1356, del 'Canzoniere' - 1ª edizione originale: tra il 1336 e il 1374)
[ FONTE ]
Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 19 luglio 1374)
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