Octavio Paz: 'Il fuoco d'ogni giorno'
Octavio Paz
Il fuoco d'ogni giorno
A Juan García Ponce
Come l'aria
disfa e fa
sulle pagine della geologia,
sui tavolati planetari,
i suoi edifici invisibili:
l'uomo.
Il suo linguaggio è un granello appena,
ma bruciante,
sulla palma dello spazio.
Sillabe sono incandescenze.
Piante, anche:
le radici
spezzano il silenzio,
i rami
alzano case di suoni.
Sillabe:
si intrecciano e sciolgono,
giocano
alle somiglianze e dissomiglianze.
Sillabe:
maturano in fronte,
fioriscono in bocca.
Le radici
bevono buio, mangiano luce.
Linguaggi:
alberi incandescenti
di fogliami di piogge.
Vegetazioni di lampi,
geometrie d'echi:
sul foglio di carta
il poema si fa
come il giorno
sulla palma dello spazio.
(da 'Ritorno', 1976 - Traduzione di Franco Mogni)
[ FONTE ]
Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – Città del Messico, 20 aprile 1998)
[ Poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la Letteratura nel 1990. Il suo mondo poetico si basa sula poesia surrealista prima e sul pensiero orientale poi per superare l'io della filosofia occidentale e compiere un discorso ininterrotto sulla poesia stessa. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, "lotta continua contro la significazione". ]
[ Premio Nobel 1990 ]
[ Premio Miguel de Cervantes 1981 ]
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