Claudio Malune: 'Amnios'
È bimbo l'uomo che in me
ascolta e tace; chiama notte
tutto ciò che la luce non disinfetta.
È bimbo l'uomo che in me
ha pianto e piange; c'è una madre
che corre sempre a rincuorarlo,
come pioggia esplosa su un crinale
senza sbocchi,
il suo conforto.
Quel bimbo fugge l'uomo, ignora
l'orgoglio, il turpiloquio, la noia,
colma tutte le distanze: neppure sa
cosa significhi lontananza.
Voce bianca avulsa alla non-vita,
quasi che fosse d'adulti disimparare a vivere,
il bimbo che in me è uomo baratta i giorni alterni
con tracce di sopravvivenza.
È bimbo l'uomo che in me
osserva e tace. Sa che di democratico,
in una sovranità retta da marionette e folli,
c'è solo il Tempo.
Davanti ai dissapori sparisce:
ignora che le farfalle volino per appena
un giorno ma impara decine di vocaboli
per dire "aspetta", o "guarda";
il suo cuore, grondante stupore,
ineluttabilmente
ama.
Il bimbo che è in me
non deve colmare nessun vuoto.
Dagli occhi della sua musa
raccoglie pesche:
sa che guardandoli,
in fondo, raccontano
appena
metà del suo racconto.
(Claudio Malune)
Dipinto di: Vasilij Kandinskij, 'Composition VI' (1913)
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