Pier Luigi Bacchini: 'Urna di vetro'
Pier Luigi Bacchini
Urna di vetro
Ho provato a seppellirmi, per un poco,
dietro la porta, seduto tra le ante
della piccola bussola. -
tutta la botanica del creato
- di là dai vetri, è ridotta a un vialetto
con una quercia, i cedri,
e due emerocallidi.
I godimenti di una volta,
quando l'organismo era me stesso
secondo il desiderio - tutta la materia, credo,
vibri così, trascorsa dalla vita,
anche gli antri aridi dei vulcani, quando fuoriescono
le lave che si consolidano, e che s'imponga sempre la giovinezza
per i canalicoli seminali.
Come può darsi
che uno come me, senza castità,
possa un giorno salire sino a un eremo,
distaccarsi in preghiera, esalarsi di sera
se non nel maggio, trascinando con sé un'intera foresta
e la volatile polvere dei suoi profumi,
che apre le bocche dappertutto
per nutrimento, per amore?
Questa è un'urna di vetro - ma all'esterno
le generazioni metodiche delle ombre
si spostano, e un tepore penetra il legno,
dà sussulti, scotimenti, moti
d'atomi:
e anche le parole sono fiato, soglia dell'audiogramma,
energia-materia
che rientra nell'eterno.
[ FONTE ]
Pier Luigi Bacchini (Parma, 29 marzo 1927 – Parma, 5 gennaio 2014)
[ Poeta italiano. La sua poesia indaga l'universo, ne analizza la struttura geometrica, cantando l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, in una poesia che non è tuttavia priva di una tensione metafisica e di un afflato visionario. ]
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