Iosif Brodskij: 'Elegie romane, II'
Iosif Brodskij
Elegie romane, II
Mese di pendole immobili (in agosto è lesta
solo la mosca nella brocca secca).
Sui quadranti si incrociano le cifre
come fari antiaerei in cerca di un serafino.
Mese di tende abbassate, di sedie con le foderine,
del tuo doppio sudato che guarda dallo specchio,
di api che dimenticano l'ordine delle celle
e vanno al mare a spalmarsi di miele.
O getto chiaro, occupati di questo flaccido
muscolo troppo bianco e gioca con il ricciolo
su questa bruciacchiata canizie. A un torso nomade
ed a rastrelli in ozio niente è più prossimo
che un panorama di rovine; e anch'esse
si riconoscono nell'«erre» rotta ebraica.
Soltanto la saliva del discorso sa incollare i pezzi,
mentre il Tempo contempla il foro con occhio barbarico.
(da 'Poesie italiane', Adelphi, 1996 – Traduzione di Giovanni Buttafava)
[ FONTE ]
Iosif Aleksandrovič Brodskij, noto anche come Joseph Brodsky (in russo: Иосиф Александрович Бродский) (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996)
[ Poeta, saggista e drammaturgo russo naturalizzato statunitense, fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1987 e nel 1991 fu nominato Poeta Laureato degli Stati Uniti. Arrestato dal regime sovietico nel 1964 per "parassitismo", fu costretto ai lavori forzati e successivamente all'esilio negli Stati Uniti. È sepolto nel cimitero di Venezia. ]
[ Premio Nobel 1987 ]