Claudio Malune: 'Incastonata nell'Amigdala'
Quanta bramosia ho addosso di desiderarti.
Quante croci m'affiggono le spoglie al
portone del subconscio, quanta esistenza nel
fascino primordiale del volerti sempre cercare.
Dal mio letto di spighe recise, decine di voci
acute tamburellano intorno con desiderio che morde
imperante lo stomaco; un fermaglio di cardi fa
luce sottovento a migliaia di sfere di gas inerme
appese a fili attorcigliati al cielo, oscillando come
pendoli sulla mezzanotte dello specchio lacustre:
se non è sogno, svegliami dolcemente. Altrimenti
lasciami a levitare come nebbia, senza addosso il mio
corpo mortale che trasuda notte e scampa disarmato
alla veglia; quando m'addormento e volo, mi viene
naturale cercare le tue braccia. Afferrare il tuo fiato e
tenerti esitante, stringerti forte al petto come fossimo
grappoletti d'acini sopravvissuti alla vendemmia.
(Quando m'addormento e volo, faccio una stima di
tutte le cicatrici e penso che senza ferite - mio
malgrado – sarei meno leggero, più incauto, poco
attento e insicuro nel tenere l'assetto)
Finito il volo ho te incastonata nell'amigdala,
te e altri pezzi di vita impazienti di viverci.
La senti, pulsante,
tutta la bramosia che ho di desiderarti?
Se non è vita questa,
svegliami dolcemente.
(Claudio Malune)
Dipinto di: Tomasz Alen Kopera, 'Heartbeat' (2010)