Sylvia Plath: 'La rivale'
Sylvia Plath
La rivale
Se sorridesse, la luna somiglierebbe a te.
Tu fai lo stesso effetto:
Di un qualcosa di bello ma che annichilisce.
Tutti e due siete dei grandi scroccatori.
La sua bocca a O si accora sul mondo; la tua
Non fa una piega, tu pietrifichi ogni cosa.
Guardo, c'è un mausoleo; eccoti qui che picchietti
Il marmo del tavolino, cerchi le sigarette,
Sprezzante come una donna, ma non così nervoso,
E muori dalla voglia di dire impertinenze.
Anche la luna i suoi sudditi umilia,
Ma di giorno è ridicola.
I tuoi malumori, d'altra parte,
Arrivano per posta amorosamente regolari,
Bianchi e vani, espansivi come il gas.
Non c'è un giorno al riparo da notizie di te,
Magari a spasso in Africa, ma pensando a me.
(da 'Ariel', 1965)
[ FONTE ]
Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963)
[ Poetessa e scrittrice statunitense. Moglie del poeta Ted Hughes, clinicamente depressa, morì suicida a trent'anni. La sua è poesia "confessionale", ispirata al vissuto e ai traumi personali. Tra le sue opere, oltre alle raccolte "Il colosso ", "Papaveri a luglio " e "Ariel ", anche il romanzo "La campana di vetro ". ]
[ Premio Pulitzer 1982 ]
[ CLICCA QUI PER LEGGERE ALCUNE CITAZIONI DI SYLVIA PLATH ]