Claudio Malune: 'Il bisbiglio effimero delle Janas'
La memoria che mai tradisce
prospera in noi più d'un cancro:
si palesa come vizio pulsante
sulle viscere battendo a più tornate
le sue braccia temprate da incudine.
Memoria, memoria. Più la rifiuti più lei
torna, insetto che ronza e ti sfinisce
inasprendoti il sonno. Ah, memoria..
Sbatte sulla coscienza la sua incuria
materna, sta lì a cullare senza bisogno
martirizzando le nostre spoglie pallide,
indifese; coraggio, mostrati, e prendi la
mia quiete! Dimenticare non è certo fra
i tuoi verbi, e allora spogliami, svestimi
delle certezze, irretiscimi: apri quel vaso
che trabocca e aspergimi con ricordi e
giorni, che le mie spalle, pur esili, ne
addolciranno il viaggio a ritroso, un po'
il tormento. E se del presente ancora
non si ha ricordo o sorta, tu baciami,
imprimi con violenza le tue labbra a
questo viso, così forte che fra anni,
mio malgrado, pensando di averlo
scordato, lo ricorderò.
(Claudio Malune)
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Foto di: Leonid Tishkov