Claudio Malune: 'La passione di Ganesh'
Ti osservo curioso ma col pensiero mi assento,
quando chiedi con insistenza di chiarirla:
non si può svelare la poesia.
Impossibile spiegarla.
Come insegneresti a un infante a sognare
seppur senza abbastanza ricordi da
proiettare nel sonno? Come spiegheresti all'eco
di espandersi o all'amore di eruttare tutto il suo
fragore, nell'aria? Tu puoi, che leggi,
arrossire come crepuscolo di una giornata
pre-piovosa, piangere senza motivo, odiare
quei versi o sorridere col cuore che accelera
inebriandone la corsa. La leggerai una volta inarcando
le sopraciglia, rileggerla e commuoverti col
sorriso di chi ha capito un po' di se stessa fra
una metafora e un'ellissi, un ossimoro e
un'allitterazione. Fra un anno la dimenticherai,
poi ti ricapiterà sotto gli occhi e sorriderai di nuovo
ricordandoti di quella volta che in te si era accesa forte
un'emozione più di un'altra, ma non come la prima
volta che testasti quei versi: come la seconda lettura,
più libera e disarmata, spontanea ed emotiva.
Non si può spiegare la poesia. Né insegnarla.
Non posso spiegarti un concetto astratto come
il maestrale, astratto ma vivo quando ti esplora
la pelle con tocchi di brezza fresca e madrigali.
Dopotutto come spieghi, tu che leggi,
ad una sola delle tue sensazioni,
la libertà di esistere attraverso te stessa,
forgiandoti?
(Claudio Malune)
Digital Art: Adam Martinakis