Claudio Malune: 'Talitha kumi'
Ribolle il tuo sangue come
vertigine prima che brilli cocente
l'istante dello scatto: un tocco,
il sussulto della camera, ed
ecco te stessa! Affacciati, è luce;
nascondersi dietro un fotogramma
non serve – dici - quando si
precipita in fondo alla notte.
Ti dico: tu sei il mondo e il
mondo è te appena lo imprimi:
apri l'obiettivo, zoomi su un punto
qualsiasi dell'universo e in quel
momento esisti e tutto vedi,
tutto ascolti: come stagione che
s'ammanta su un prato prima del
tempo, tu sai già come rinverdire
tutto il poco spazio che l'occhio
ti ha concesso. Poi albeggia la
notte, e litighi col futuro. Lo cerchi
come veleno da estirpare; per
quanto smisurato sia il mistero che
affonda in quelle vene, sai bene
che c'è il cosmo davanti ai tuoi
crismi: che sia uno sguardo o un
sisma, che sia una bocca che tace
chiedendo un tuo scatto, un sentiero
di nebbia o un sorriso amaro da
immortalare, tu sei il cielo e il cielo
è te quando decidi che quel momento
debba fermarsi per sempre e tutto
risalti con un gesto di mano ferma.
Occhio spalancato da pittore, cuore
di cometa che mai implode, e
diaframma sempre solennemente
chiuso o aperto: tu sei il cielo, e
il cielo è te.
(Claudio Malune)
Installazione di: Bruce Munro