Claudio Malune: 'Nell'incubo di nudità e perdono'
Nella notte senza favole,
senza respiro il cordone che la consola,
falsa notte d'impietosito fulgore,
riflettersi o ignorare
le fedi d'una morte incerta.
Quale notte per dirmi questo?
Quale notte?
Come la vecchina che impreca,
e urla.
Urla sui bambini della piazza
e li scaccia all'Inferno delle sue
dialettali insensatezze.
Nell'incubo mi sveglian le sua grida,
nell'incubo di nudità e perdono
le sue grida da sole mi svestono,
ma le parole rimangono,
rimangono covate.
Io che non son bravo con le parole.
Mi ricordan dei tesori del camerlengo
tutti gli infiniti modi che ha il mio petto
per impreziosirsi del tuo sofferto ricordo.
È un continuo escogitar vie e
svincoli poco oggettivi
per strappare alle lacrime
quel che di te mi raccontan
le speziali rimembranze,
gli umori dolorosamente assortiti.
Nessun blateramento occulto o
blasfemìa sui tuoi occhi
potran mai dimenticare
quant'è stato prezioso averti,
averti vissuto.
Non si contano istanti nell'eternità smarrita.
(Claudio Malune)
Installazione col sale di: Motoi Yamamoto
Foto di: Pierre Carreau
Immagine tratta dal film "Below", 2002, di David Twohy