Claudio Malune: 'Mamma, mite armonia del celeste'
Stella,
che pace ai porti cantando
susciti,
la medesima beltà del tuo cantare
il nostro soffrir di tutti i suoni del giorno
attutisce.
Stella,
che mai dimentichi il valzer delle campane,
dei pergolati muti di fronte al prato,
di me che a te m’aggrappo, senza vergogna, come nascituro,
come fringuello ai moti pastorali della primavera.
Oh,
senza mai triste vergogna averti come romanza,
inno del mio viver della tua presenza e vita
del cammino lento, costante di quest’incontro.
Oh,
io non so di temer gli altri nomi sconosciuti del Tempo
quando il Tempo mi convince a sfuggirli.
Io non so
che sorda l’acqua lo diventa con l’ascolto,
col richiamo del ponte sommerso dai pascoli dello scorrere,
ma io so che quiete vien scandita quiete
in ogni minuto di te donatomi passato a stringerti,
nel tuo velarmi d’oro e puerile timidezza,
così che esister di te è vita della mia vita,
mamma,
messaggero di brezza, mite armonia del celeste.
(Claudio Malune)
Dipinto di: Portia Munson
Digital Art: David Thomas Smith
Immagine tratta dal film "Thanatomorphose", 2012, di Éric Falardeau