Claudio Malune: 'Soliloquio, mattino che "fu" vespero'

Capisti,
amico tramonto,
e di delicato spargerti
hai imbevuto
la coscienza del greto,
l'invidia
del sughero che piange,
e piange, piange gemme
e lamine d'essicata
storia.
Hai veduto il fiordo
e l'immobile nostro
scrutarti,
con pace e tante grazie,
e con metamorfica esistenza
che il respirare
a palpebre socchiuse
han torto di disconoscere.
La tua vergogna
è di pari passo il nostro
fermarci, racimolare
il coraggio e proseguire.
Amico tramonto,
ridi di vespero e luce.

(..Vela il rattristar
dei lembi irati,
mattino sui trespoli.
Questo è l'augurio che meritano
i tuoi occhi di fonte,
le tue gote
di speziato ricamo,
il tuo sceverare.
Buondì!
Buondì,
foglietta di fragola..
La dolcezza del sorridere ai raggi
mi consola del pensarti
infinitamente, e forse
non lo sai, stella e gioia,
ma è puro e semplice confronto:
ogni parola che nasce
è figlia e sorella dello starti
vicino, dello stare
perennemente fra le tue
membra,
che non son che soffici ori
di rugiada,
sostegno di pochi...)

(Claudio Malune)