Claudio Malune: 'Il giardino degli assenti'
Muta il frutto del quieto mare
ch'io non ho fortuna
di poter toccare con l'anima,
ma quant'è vero il giorno
io so di poterlo anelare
fra le scaglie di questa mia
silenziosa vita.
Ah, dormire,
destarsi e accidentalmente
riconoscersi uomo
fra gli innamorati.
Riscoprirmi giovine marinaio
dritto di bolina
nel circo d’onde
dei lapislazzuli salini,
vogando come in un sogno pesante,
vogando a respiro aperto,
vogando.
Muta il frutto del quieto
tuo sguardo,
nel mare caldo,
tua vita.
Muta il frutto del quieto mare,
e si colman di fulgenzia
gli alambicchi del tempo memore,
nostra sovrana balia.
Attendimi dove non v'è più
alcuno,
dov'erano i colori che la sabbia
melmosa avea come parvenza,
dov'eran giacenti quelle mille
nostre colorate tristezze.
Oh, magari attendimi,
attendimi..
Soffici e virati senza cardini
pei campi c'accalderemo,
e se mi parlerai ancora di lei,
mio vibrante lampeggio,
suonerà nella brezza
la mia melica sognante,
che l'accompagnerà per mano
nel suo sferico ventaglio d'acqua,
mio giardino..
mio giardino..
(Claudio Malune)
Digital Art: Tammam Azzam
Foto di: Jason Weingart
Immagine tratta dal film "Le Colline Hanno Gli Occhi", 1977, di Wes Craven
Immagine tratta dal film "Arlington Road - L'Inganno", 1999, di Mark Pellington
Immagine tratta dal film "Robin Hood", 2010, di Ridley Scott