Pànos Spàlas: 'La strada aperta'
Pànos Spàlas
La strada aperta
Nessun ostacolo davanti a me,
nulla che mi chiuda la nuda vista.
I miei occhi si sciolgono in lucidi ciottoli,
in conchiglie colorate e valve;
la mia luce tremola in un Qui,
la mia luce risplende in un lontano Laggiù.
Un immenso mare con la grazia del gatto
ai miei piedi fa moine,
nel mio petto si spiega un cielo profondo
e la mia forma si stampa
sul disteso fazzoletto del sole
che asciuga la bianca fronte del giorno.
Per vederti mi sono ornato
dei miei sedici anni:
con un'acre melagrana ho tinto la mia bocca:
ho messo i miei occhi, primaverili,
gli occhi dei miei vent'anni
e il loro lacrimoso sole estivo.
Quaggiù c'è un bel sito,
un paese di cento generazioni e terra rossa,
con salsezza e dieci fiumi
dove gli dei si bagnano insieme con gli uomini.
Davanti a me non c'è nessun ostacolo,
nulla che mi chiuda la vista delle stelle,
che mi tagli la via dell'infinito.
E più vanno i miei passi nel sole,
più passo a passo avanzo verso il mio centro.
Le onde sono aperte fino al riso dell'ostrica.
Aperta è la strada fino al primo gradino del dio.
(da 'Poesia greca contemporanea', Dall'Oglio, 1968 - Traduzione di Cristino G. Sangiglio)
[ FONTE ]

Pànos Spàlas (Kyparissia, 1909 - Atene, 1970)
[ Poeta e giornalista greco. Le sue poesie attingono alle radici del folklore e vivono di una nostalgia del passato. Tra le sue opere "Notizie del Pireo ", "Transoceanica ", "Il pascolo delle pecore ", "Canzone di Krustalenia ", "Alfeo ", "La porta luminosa ". ]