André Frénaud: 'Paese ritrovato'
André Frénaud
Paese ritrovato
Il cuore meno discorde con tutto quanto amava
non mi nego più questo paese diletto.
Sono andato al di là del furore ho scoperto
il passato accogliente. Oggi io posso, oso.
M'abbandono alla strada senza timori, còmpito
la salita tra le curve. Un sogno si dischiude.
Mi ritrovo nel murmure che non finisce mai,
il vento e solo il vento mi porta dove io voglio.
Parole sconosciute mi suonano familiari.
Sguardi amichevoli mi seguono fra gli alberi.
Qui mi riconosco dichiaro mia questa terra
e ogni contrada per cui appaiono borghi
in cui i galli si ergano in cima al campanile
la verbena sia nell'orto i cespugli fra i muri.
I filari di viti stanno sopra i versanti
e le nubi si muovono lente entro l'azzurro
scavando l'ombra la piana ove il grano ingiallisce.
Tutto è bello quello che s'apre oggi al mio passo.
Oh, mi ricorderò del pane degli uomini
gusterò i grappoli che seccano
appesi sotto la volta.
(da 'Non c'è paradiso', 1962 - Traduzione di Attilio Bertolucci)
[ FONTE ]
André Frénaud (Montceau-les-Mines, 26 luglio 1907 – Parigi, 21 giugno 1993)
[ Poeta francese. La sua poesia è classicheggiante, ma improntata spesso a una segreta negligenza espressiva. Evitando la retorica, mira a esprimere la ricerca dell'assoluto, l'unità e la complessità del mondo, il mistero dell'uomo su questa terra. ]