Juan Sánchez Peláez: 'Il mio solito animale'
Juan Sánchez Peláez
Il mio solito animale
Il mio solito animale mi osserva e mi controlla.
Muove la sua lunga coda. Viene da me
in un momento imprecisato.
Mi divora ogni giorno, ogni secondo.
Quando vado in ufficio, mi chiede:
Perché lavori
proprio qui?
E rispondo a voce molto bassa, quasi nel suo orecchio:
inutilmente.
E siccome sono superstizioso, tocco ferro
All'improvviso,
in modo che scompaia.
Sono illogicamente indifeso:
dalle ginocchia in su,
per tutta questa primavera che comincia,
il mio solito animale mi ruba il sole
e il chiarore fugace dei passanti.
Non sono mai stato fedele alla luna, alla pioggia, ai ciottoli della spiaggia.
Il mio solito animale mi prende per i polsi, mi asciuga le lacrime.
In un momento imprecisato
scende dal cielo
In un momento imprecisato
sorseggia il fumo della mia povera zuppa.
In un momento imprecisato
in cui espio la mia sete,
passa con brocche di vino.
In un momento imprecisato
mi ucciderà, raccoglierà le mie ossa.
E con le mie ossa, messe in un grande sacco, farà
una piccola barca,
una piccola bolla sulla spiaggia.
Allora
sì
sarò fedele
alla luna
alla pioggia
al sole e ai ciottoli sulla spiaggia.
Allora
persisterà una strana voce
intorno all'albero e alla vittima.
Persisterà...
spazzando via per sempre
le rose,
le foglie duttili
e il vento.
(da 'Il solito animale', 1959)
[ FONTE ]
Juan Sánchez Peláez (Altagracia de Orituco, 25 settembre 1922 – Caracas, 20 novembre 2003)
[ Poeta e traduttore venezuelano. Partito dal Surrealismo, ne elaborò i dettami per realizzare una poesia personale dal linguaggio puro e brillante. Vinse il Premio Nacional de Literatura nel 1976. ]