Rocco Scotellaro: 'Appunti per una litania'
Rocco Scotellaro
Appunti per una litania
Sud è il mio amore, sono gli aratori,
nell'ombra delle quercie o sulle aie,
dormono legati alle cavezze
delle cavalle baie.
Hanno la faccia bruciata
una crosta di pane.
E donne salgono pendii
si stringono i figli nel vento,
vanno cercando piene di sgomento
l'uomo che può non ritornare.
Sud è bambini che piangono
nelle bocche dei vicoli abbandonati.
La musica è la cinica risata
della civetta spia d'ogni casa.
Perciò nelle feste grandi
facciamo le colonne dietro ai santi,
preghiamo per l'acqua e per il sole,
abbiamo la pelle dei dannati
quando i doni ci vengono negati.
Sud è l'amore condannato:
mosca cavallina ci solletica,
ci viene il profumo delle ortiche
quando la pioggia è toccata dal sole.
Sud è il mio più strano amore:
la bella contadina in mezzo ai fiori
che tu la puoi pestare.
Sud è la canzone dei primordi,
si muovono le dita
sulla rete dei ricordi.
E sud è mio nonno
mio padre e mia madre
e sud è il soldato di New York
che vi gira col casco sulle spalle,
lui figlio melenso in casa natia,
e sud sono anch’io
che canto la litania...
(da 'Il Meridione', 1° maggio 1951)
[ FONTE ]
Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953)
[ Poeta, scrittore e politico italiano impegnato nella lotta per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei contadini. La sua poesia è caratterizzata da da un'ambientazione pastorale serena, da un'armonia di immagini e visioni che esaltano la vita bucolica. ]