Luis Cernuda: 'Se l'uomo potesse dire'
Luis Cernuda
Se l'uomo potesse dire
Se l'uomo potesse dire ciò che ama,
se l'uomo potesse levare al cielo il suo amore
come nube nella luce;
se come mura che crollano,
accogliendo la verità eretta in mezzo,
potesse abbattere il corpo, lasciando solo la verità del suo amore,
la verità di se stesso,
che non è gloria, fortuna o ambizione,
ma amore o desiderio,
io sarei quel che immaginavo;
quel che con la lingua, gli occhi, le mani
proclama agli uomini la verità che ignorano,
la verità del suo amore vero.
Libertà non conosco se non quella d'esser prigioniero in qualcuno
di cui non posso udire il nome senza brivido;
qualcuno per cui dimentico questa esistenza meschina,
con cui il giorno e la notte sono per me quel che vuole,
e il mio corpo e spirito navigano nel suo corpo e spirito
come legni perduti che il mare solleva o annega
liberamente, con la libertà dell'amore,
l'unica libertà che m'esalta,
l'unica libertà per cui muoio.
Tu giustifichi la mia esistenza:
se non ti conosco, non ho vissuto;
se muoio senza conoscerti, non muoio, perché non ho vissuto.
(da 'I piaceri proibiti', 1931)
[ FONTE ]
Luis Cernuda Bidón (Siviglia, 21 settembre 1902 – Città del Messico, 5 novembre 1963)
[ Poeta spagnolo. Come molti poeti della "Generazione del '27", dopo la guerra civile ha ricercato un'espressione poetica diretta, una tematica umana e oggettiva che rifiuta però una generica etichetta di realismo. ]