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Sabato 04 Mag 2024
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Derek Walcott: 'La stagione della pace spettrale'

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Derek Walcott

La stagione della pace spettrale


Poi tutte le nazioni degli uccelli sollevarono insieme
la rete enorme delle ombre di questa terra
in dialetti innumerevoli, in lingue cinguettanti,
cucendola e incrociandola. Sollevarono
le ombre dei lunghi pini lungo pendii senza sentieri,
le ombre di torri vitree lungo le strade al tramonto,
l’ombra di una pianta gracile su un davanzale cittadino –
la rete che come la notte s’innalzava silenziosa,
i gridi degli uccelli anch’essi silenziosi, finché
non ci fu più né imbrunire né stagione, clima o declino,
solo questo passaggio di luce spettrale
che neanche l’ombra più sottile osava recidere.

E gli uomini non poterono vedere, alzando lo sguardo,
ciò che le oche selvatiche trainavano, ciò che i falchi pescatori
si tiravano dietro in funi argentee e luccicanti
nella luce glaciale del sole; non poterono udire
i battaglioni degli storni lanciarsi gridi pacifici
mentre innalzavano la rete, coprendo questo mondo
come i rampicanti di un frutteto, o una madre che stende
una garza tremante sugli occhi tremanti
di un bambino che fluttua verso il sonno;
era la luce
che puoi vedere al tramonto sul fianco di un colle
nel giallo ottobre, e nessuno di quelli che udirono seppe
che mutamento aveva indotto nel gracchiare del corvo,
nello stridio del piviere, il gracchio che volteggia sulle braci
una così immensa, alta e silenziosa apprensione
per i campi e le città cui gli uccelli appartenevano,
sennonché era il loro passo stagionale, l’Amore,
reso privo di stagioni, o, dall’alto privilegio del loro lignaggio,
qualcosa di più luminoso della pietà per i senza ali
sotto di loro che condividevano buchi bui in finestre e
case,
e più in alto sollevarono la rete con voci silenziose
sopra ogni mutamento, tradimenti di soli che calano,
e questa stagione durò un istante, come la sospensione
tra l’imbrunire e la tenebra, tra la furia e la pace,
ma, per ciò che la nostra terra è ora, durò a lungo.


Sir Derek Alton Walcott (Castries, 23 gennaio 1930 – Cap Estate, 17 marzo 2017)

[ Poeta e scrittore santaluciano, premio Nobel per la Letteratura nel 1992. Cultore appassionato di letterature classiche antiche, ha espresso con singolare vigore il senso di privazione di una propria storia, peculiare dei caraibici di ascendenza africana. ]


[ Premio Nobel 1992 ]


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