Katherine Mansfield: 'Ora sono una pianta, un'erbaccia'
Katherine Mansfield
Ora sono una pianta, un'erbaccia
Ora sono una pianta, un'erbaccia,
gramigna che oscilla
su un baratro di rocce;
ora sono flebile erba marrone
che fluttua come una fiamma;
sono una canna;
vecchia conchiglia che canta
da sempre la stessa canzone;
un cumulo di carici;
una bianca, bianca pietra;
un osso;
finché non torno
ancora sabbia
e rotolo, soffio,
avanti e indietro, indietro, avanti
sulla riva del mare
nella luce che agonizza –
finché anche la luce muore.
Se tu fossi qui non diresti:
"Non mi aspetta, si è dimenticata
di me". Non stiamo giocando
mutandoci in gramigna, in pietre e prati
mentre quelle strane navi passano
gravemente, gentilmente, mollando noccioli di schiuma
che si srotola intorno alla nostra isola natale con eleganza
bolle di spuma che luccicano sulle pietre
ti piacciono gli arcobaleni? Guarda, tesoro! No, sono spariti.
E le vele bianche si sciolgono nel cielo che naviga.
1917
(da 'Poesie', 1923)
[ FONTE ]
Katherine Mansfield (nome di battesimo Kathleen Mansfield Beauchamp) (Wellington, 14 ottobre 1888 – Fontainebleau, Francia, 9 gennaio 1923)
[ Poetessa e scrittrice neozelandese nota soprattutto per i suoi racconti, in cui un'arte evocativa trasfigura con grande delicatezza un materiale essenzialmente autobiografico, influenzato dall'opera di Anton Čechov. ]