Odysseas Elytīs: 'Monogramma, II'
Odysseas Elytīs
Monogramma, II
Piango il sole e piango gli anni che verranno
senza di noi e canto gli altri passati
se veramente sono
Confidenti i corpi e le barche che sbattono dolcemente
le chitarre che accendono e spengono sotto le acque
i «credimi» e i «non»
ora nel vento ora nella musica
E le nostre mani, due piccole bestie
che furtive cercavano di salire l'una sull'altra
il vaso di brezza negli aperti cortili
e i frammenti di mare che ci seguivano
fin dietro le siepi e sopra i muri a secco.
L'anemone che si depose nella tua mano
e tremò tre volte il viola tre giorni sopra le cascate
Se tutto questo è vero io canto
la trave di legno e l'arazzo quadrato
alla parete, la Gorgone con i capelli sciolti
il gatto che ci guardò nel buio
bambino con la croce vermiglia e l'incenso
nell'ora che sull'impervia scogliera scende la sera
piango la veste che sfiorai e fu mio il mondo.
(da 'Monogramma', 1972,
in 'È presto ancora', Donzelli, 2011 – Traduzione di Paola Maria Minucci)
[ FONTE ]
Odysseas Elytīs, o Odysseas Elytis, o Odysseus Elytis (pseudonimo di Odysseus Alepudhelis) (in greco: Οδυσσέας Ελύτης) (Candia, 2 novembre 1911 – Atene, 18 marzo 1996)
[ Poeta greco, tra i maggiori Surrealisti, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1979 per "il desiderio di libertà intellettuale e sviluppo della creatività, che traspare dalla sua poesia". ]
[ Premio Nobel 1979 ]
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