André Frénaud: 'I navigli di Milano'
André Frénaud
I navigli di Milano
Gentile, quotidiana domenica in riva all'acqua
d'un vecchio quartiere ancora a galla,
isola di quiete da te sì lontana, Milano,
fra i tuoi clamori.
Naviglio grande dove larghe lastre
costeggiano l'acqua limacciosa,
il catrame ondeggiante fino a sfiorar San Gottardo.
Dolce acqua dimenticata dal tempo e dal Comune,
commercio in sordina, barconi
carichi di grigia rena e pietrame.
L'acciottolato minuto, le lavandaie che picchian sodo,
il palpito lieve dei panni nell'aria pallida,
e i monelli che si rincorrono sull'acqua sporca
come giovani iddii.
Bonaria fra gli orti, la trattoria
col gioco delle bocce e i piccoli sonatori sotto la pergola,
la tavola dai piedi tozzi, i bicchieroni di rosso,
le persiane sul ballatoio, l'alloro.
Luce e ombra egualmente gioviali
sull'angusto balconcino dove s'impiglia
a sera il sole giallo e scompare.
Ticinese, Ticinese. Tutti i cinesi
oggi lavorano negli uffici.
Distruggeranno tutto, Ettore Mezzo. Il neon
annienterà l'antico chiarore dell'olio.
E i torpedoni romberanno sull'autostrada
dove un tempo, sulla soglia di casa,
l'acqua stanca scorreva per l'ingenua gioia
del popolino lavoratore.
(da 'Non c'è paradiso', 1962 - Traduzione di Giorgio Caproni)
[ FONTE ]
André Frénaud (Montceau-les-Mines, 26 luglio 1907 – Parigi, 21 giugno 1993)
[ Poeta francese. La sua poesia è classicheggiante, ma improntata spesso a una segreta negligenza espressiva. Evitando la retorica, mira a esprimere la ricerca dell'assoluto, l'unità e la complessità del mondo, il mistero dell'uomo su questa terra. ]