Juan Antonio Villacañas: 'La Gorgone mi abbraccia'
Juan Antonio Villacañas
La Gorgone mi abbraccia
Teti: Questo colpo di grazia che danno al poeta
punge la parola.
Lo lasceranno, già morto, già tranquillo?
Questo colpo di grazia sparato dall'impunità
è fare della storia una nuova disgrazia.
È impedire alla parola di parlare,
togliere ragione alla verità.
È un lungo sterminio della vita che canta,
anche se restano il calore degli uccelli
e il gusto della loro musica nell'aria
e tutto nell'eco.
Teti, amandoci, come eravamo tranquilli in te,
con te e nella tua grazia. E ora lo sparo
di pistola politica travestita da Euriale,
la maliziosa Gorgone,
perché Medusa è debole e Perseo la sconfigge.
Ecco perché dico all'eroe di non cantare per me
perché il mortale fugge e fugge e se ne va
e ti distrugge da lontano,
ed è molto bravo a sfruttare le ombre.
C'è solo una possibilità, che l'eroe venga e pianga.
Chissà che le sue lacrime liberate un giorno risuscitino
quel poeta morto,
che renderà mari il suo pianto
e un Argo le sue canzoni,
tutte insieme, come fossero una.
E di nuovo navigare, Teti.
Guidaci sempre tu, mia nereide:
ho già il vello...
(da 'Argomento della mia biografia', 2000)
[ FONTE ]
Juan Antonio Villacañas (Toledo, 10 gennaio 1922 – Toledo, 21 agosto 2001)
[ Poeta, saggista e critico letterario spagnolo. La sua opera poetica è di trentatré raccolte, nelle quali si incontrano i più diversi temi e forme, che vanno dal verso libero al sonetto, alla "lira" secentesca, che assume nuove forme e contenuto. ]