Antonio Porpetta: 'Le sirene'
Antonio Porpetta
Le sirene
Videro arrivare la nave:
come sempre
levarono i loro canti pianissimi,
i loro mormorii di pioggia e di boschetti
che uno zefiro nebbioso portava lentamente
alle brune tempie degli uomini,
là dove si cela il dolore
e si custodiscono remoti paesaggi
con il segreto brillare di argento vivo...
Videro passare la nave:
nessuno si commuoveva,
nessuno crollava, impazzito, sull'acqua,
nessuno voleva cercare, folle,
i loro seni luminosi, i loro sguardi di diaspro,
le loro squame di fuoco e di corallo.
(Un uomo in catene,
bello come un eroe,
squarciava con pianti e urla
quel profondo e sereno navigare...)
Videro come la nave si allontanava
ignara, indifferente,
in un tranquillo viaggio
verso isole felici e porti ricchi di merci,
salda come il destino, libera come l'oblio,
le vele spiegate al vento e al sale...
Assenti, malinconiche,
devastata da una paura livida,
smisero di cantare, invecchiarono,
rimasero nei secoli ignorate da tutti,
la loro memoria si trasformò in storia sopita.
E un povero mattino,
tra un goffo turbinio di pesci fuggiaschi,
s'immersero negli abissi,
il loro pallido splendore naufragò...
Tutti i navigatori dovrebbero perdonarle:
non volevano niente,
cantavano e cantavano soltanto...
Non hanno mai saputo che nelle loro voci
abitava la morte.
(da 'Adagio mediterraneo', 1997)
[ FONTE ]
Antonio Porpetta Román (Elda, 14 febbraio 1936 – Madrid, 25 luglio 2023)
[ Poeta, scrittore e saggista spagnolo. Autore giunto tardi alla poesia, nelle sue opere stabilisce una dimensione poetica che ha più a che fare con la voce e lo "slancio" dell'umano essere se stesso e con la struttura formale del poema che con dati realistici o contributi soggettivi. ]