Julio Cortázar: 'Hic et nunc'

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Julio Cortázar

Hic et nunc



La nobiltà, le grandi parole, come stanno male
a questa tenerezza senza guance da toccare,
e questa lingua senza labbra da capire.
Si avvilisce un amore così che rimbalza sulle pareti della stanza
o sta cadendo a pezzi di parole, questo.
È inutile l'arguzia e inutile la speranza
noi siamo la previsione,
gli occhi e la bocca orientati al vento. A che mi serve
ciò che è stato, la soave cronaca?
Sempre andrò cercandoti nell'oggi
di questa città, a quest'ora.
Se mi volto, oh Lot, sei il sale
dove la sete mi si rompe a pezzi.
Guarda di che vivo, di quali sostanze,
ma non compassionarmi, andandotene così
ancora di più.


(da 'Le ragioni della collera', Fahrenheit 451, 1995 – Traduzione di Gianni Toti)


[ FONTE ]


Julio Cortázar, all'anagrafe Julio Florencio Cortázar Descotte (Ixelles, 26 agosto 1914 – Parigi, 12 febbraio 1984)

[ Poeta, scrittore, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, maestro del racconto, particolarmente attivo nei generi del fantastico, della metafisica e del mistero. ]


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