Guido Gozzano: 'Prima delusione'

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Guido Gozzano

Prima delusione


La bionda bimba coi capelli al vento
correva per i viali del giardino
rossa nel volto, respirando a stento
per sfuggire al suo bruno fratellino.

Calpestandone i fiori scossi dal vento:
poi rise, del suo riso argenteo e fresco,
al fratellino giunto in quel momento.

"Non mi prendesti!" disse e rise ancora
al fratellino un po' mortificato;
e il sol, che traversava i rami allora,
baciò quel capo piccolo e dorato.

"Fulvio, perché la bamboletta parla?
Dici che sia una bambina vera?"
"Chissà! Bisognerebbe un po' osservarla,
guardarle il viso che pare di cera."

"Vai a prenderla: è dentro nella serra."
Il fratellino corse, e lei rimase
coll'occhio fisso all'ombre, che per terra
formava il sol nell'ultima sua fase.

Tornò il fratello con la bamboletta:
"Guardala, Fulvio, a me par proprio viva,
se tiri quello spago parla, e, aspetta,
se la bacio e la lodo si ravviva.

Sì, sì! Se io le parlo mi comprende,
se la rimbrotto subito s'attrista;
quando la bacio, il bacio lei mi rende
e poi, del resto, ridere l'ho vista".

L'accarezzava intanto, la bimbetta,
sui bei capelli morbidi e ricciuti,
ma ad una mossa falsa la pupetta
cadde e s'infranse in cocci assai minuti.

Turbata in cuore da lacrime ardenti
la bimba curva cerca in mezzo ai cocci:
occhi di vetro, due piccoli denti
e le manine simili a due bocci.

Le lacrime le scendon, sul visino,
su la parrucca che trattiene in mano;
cerca di consolarla il fratellino:
"Ti do il mio cerchio, e anche quel buffo nano".

Ma no: non è la bambola perduta
che fa piangere tanto la bambina:
vera, parlante, sempre l'ha creduta;
invece è sol di porcellana fina.

Piange la bimba perché fu delusa.
L'aveva tanto amata come viva
e che la ricambiasse s'era illusa,
povera bimba! e l'illusion finiva.

Il sole tramontava tutto fuoco,
da lungi si sentiva batter l'ore
ed in quel giorno destinato al gioco
pianse la bimba il primo suo dolore.


Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 - Torino, 9 agosto 1916)

[ Poeta italiano, fu il capostipite della corrente letteraria post-decadente del Crepuscolarismo. Inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di Gabriele D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti, accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto". Morì di tisi a 32 anni. ]


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