Marina Cvetaeva
Indizi terrestri - VII (i capelli)
Mossa insinuante dei capelli
in lungo e in liscio, in fulgido –
longitudinale stupore
sul blu notturno, sul manto
corvino. A volontà e piano, lungo
lo stordimento – con il palmo.
Mio tenero! Non ingannarti!
Così si accarezza un pensiero
cattivo: addio – distacco –
ultimo scricchiolio degli scalini…
Così si accarezzano le spine
della rosa… Ti ferirai la mano!
Molto mi è noto della vita
delle mani. Fissità ostinata
di luminosi archi –
tutta la tua ostica struttura
indago: pece che geme
sotto la pressione.
Mi fa pena la tenace
tua mano: in fulgido
i capelli e già, ecco, oltre
l’orlo gli occhi… È ricacciato indietro
il pensiero molesto: del mattino
l’ossessione – via, sotto il cranio!
[ Poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del Simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall'NKVD e della figlia, prigioniera in un campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941. ]