"La piazza dei libri"
[ 2013: breve recensione dell'opera "Vivi come sogno nel sonno dei miei occhi" + intervista ]
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Vivi come sogno nel sonno dei miei occhi" (2009)
RECENSIONE:
La silloge di poesie "Vivi come sogno nel sonno dei miei occhi" di Claudio Malune è un flusso cosciente in cui si alternano sensazioni forti e l'insieme dei ricordi cui attingere, silenzi da decifrare e visioni da interpretare. È uno scandaglio "aperto sul tempo" che cerca di leggere nelle profondità, negli spazi in cui lo sguardo di una donna si perde nei giorni della vita, nei dolci sorrisi e nella solitudine di un momento: il meraviglioso incanto deve fare i conti con il mutare degli sguardi, il movimento delle labbra di una donna può essere una risposta che significa una vita...
INTERVISTA:
1) Parlaci un po' di te e del tuo libro
Nasco a Nuoro, capoluogo barbaricino, il 20 luglio 1980. Qui ci vivo e ci
lavoro. Ho iniziato a scrivere intorno ai 17-18 anni e da quel giorno non è
cambiata di una virgola la mia passione per la scrittura. Passione. Non c'è
nient'altro che mi spinga a comporre, e non c'è fama che possa mutare il
principio solido che mette il seme ad ogni verso che ho scritto.
2) Cosa ti ha spinto ad iniziare a scrivere?
La passione per la musica è stata la fondamentale scintilla per i primi
componimenti. Rielaboravo le canzoni più amate e le rendevo mie con testi
alternativi, così che potessi avere un muro sonoro dove liberare sensazioni,
profumi e visioni di quel momento ben preciso. La musica è stata una grande
amica, e una grande fonte di ispirazione. Tuttora trovo difficile comporre
senza.
3) Cosa ne pensi dei lettori ed editori italiani?
Il lettore è sempre vivo, ansioso di nuove scoperte e sempre pronto a lasciarsi
prendere da sensazioni forti. Il lettore, anche quello avido di romanzi, non
smette di cercare poesia, la cerca ovunque. Da questo concetto noi partiamo, e a
questo torniamo: viviamo della costante passione che la gente nutre per il
componimento poetico. Non si spiegherebbe altrimenti, facendo un salto sui
social network, per esempio, l'infinità di citazioni che giornalmente capeggiano
sulle bacheche di centinaia di internauti. Segno vivissimo del costante
attaccamento a questo genere per troppo tempo considerato di nicchia. L'editore,
ahimé, difficilmente si sobbarca l'onere di diffondere e produrre tutta la buona
poesia in giro attualmente. Si lucra sui giovani scrittori in erba lasciandoli
in agonia nell'infinito teatro oscuro dell'editoria nostrana. Ma i poeti
esistono! E continueremo a diffondere versi attraverso ogni mezzo disponibile,
senza compromessi, e sciolti da quei sordidi contratti fasulli.
4) Che aspettative hai sul tuo libro?
Nessuna aspettativa precisa, il libro in sé ha già una sua esistenza al di fuori
di chi l'ha scritto. Posso solo esserne orgoglioso e sperare che in tanti vi
entrino in contatto, e che ognuno faccia propria l'esperienza della lettura.
Alla fine il sogno di ogni poeta è stabilire un contatto sinergico con chi per
un attimo si è fermato a contemplare anche solo un verso dell'opera. L'emozione
che deriva da quel contatto, anche la più lieve, è già frutto maturo di quella
passione che spinge l'autore a continuare a comporre.
5) Progetti per il futuro?
Scrivere, scrivere, scrivere. Senza pensare ad un obbiettivo in particolare,
perché il vero traguardo è strappare un'emozione più di un'altra, sperare di
essere sempre coerenti con la propria scrittura e non pensare mai al guadagno,
che quello, per il poeta, è cruccio e chimera!
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