Claudio Malune: 'La scala dei mille passi'

La scala dei mille passi

Non potrei che spegnerti nell'ombra,
mio Sole, mio astro,
benché di raggi periscano le nostalgie
che han stremato,
benché si perdano le ore nella pena
è la direzione di questa scia
che millanta la conclusione appena scelta
a sradicar come vacuo interesse
il perderti e riperderti dopo ogni
accennata curva,
dopo ogni accennato storno.
Soffriresti se ti dicessi che ho sbagliato a barattarti con timidezza?
Di timidi raggi che han menzogna e polvere
ho le mani unte,
ma accarezzare i giorni passati
non è mai cosa persa.
(..salire e aprirsi, conclave notturno di sonno e pausa prima dell'ascesa...)

..e una risata di supporto
accompagnò la mia divenita
sui lastricati del mondo, i suoi
torrioni, le sue stanze murate.
Non ha vetta la scala dei mille passi,
tutti identici,
tutti sempre come fossero il primo,
senza una fine presunta,
quasi un'anima inquieta e vagante.
Ma una risata di chissà quale supporto
accompagnò me e la mia divenita.
La strada è in sfacelo,
ed io lego il dolore a questa scalata
che non cessa, senso dopo senso,
pensiero dopo pensiero, e ritorno.
Io salgo...
La mancanza non è un'edera che si può annaffiare..

(Claudio Malune)