Maurizio Cucchi
Bosco d'isola
Non sono più nella mia casa,
ma in questa sede ariosa che mi concede tutto.
La sua tranquilla geometria
dà ingresso al chiaro per i corpi
umidi e leggeri sul terrazzo
nelle tracce feriali di una pigra incuria.
Ascolto di qui le voci della piazza,
osservo come un lago il mare che si apre
nel bosco e se c'è vento
una domestica campagna di cicale
che a mezzogiorno protegge i nostri passi
quando il tempo non ha più direzione:
nella pianura totale, deserta,
e nel confine a taglio che si annebbia.
∗∗∗
Fritz mi aveva detto un po' sfuggente
che c'era vita notturna sull'isola.
Pensavo a quei piccoli scoscendimenti,
e labirinti, a quei tronchi sottili, a un solitario
infognarsi nelle tenebre e gustare
l'ansia gratuita, lo smarrimento, i brividi,
la terra.
Ricorrevo a infantili immagini prealpine,
ai ciclamini, all'umido, ai profumi,
per inoltrarmi anch'io
tra i bei sentieri coperti di notte.
Ma quei tipi che bussavano,
nelle ore buie di vento e temporale,
alla nostra casetta e ci svegliavano,
avevano misteri più modesti nelle scarpe
e così il folto li avrebbe masticati
oppure qualche biscia nel silenzio
con dolcezza li avrebbe accarezzati.
∗∗∗
Siamo tutti individui distinti
come i sassi nell'acciottolato.
Sono un'ampolla, una vescica
e trasudo me del mio stesso essere.
∗∗∗
La vacanza ci apre un dolce vuoto
di sospensione piena e alla partenza
ci agita e respira infinita.
Amo la gente del mese d'agosto,
che galleggia nell'aria
e nel tempo assopito.
Amo la folla anonima,
che esplora i viali quieta
e ride al mare in un caffè all'aperto.
Col cappellaccio in testa,
sono già qui che aspetto la corriera.
Mi volto sempre indietro,
negli occhi ho la salita,
ma intanto l'isola è sparita.
(da 'L'ultimo viaggio di Glenn', Mondadori, 1999)
[ FONTE ]
Maurizio Cucchi (Milano, 20 settembre 1945)
[ Poeta, critico letterario, traduttore e pubblicista italiano. Laureatosi all'Università Cattolica di Milano con una tesi su Nelo Risi e Andrea Zanzotto, la sua poesia è una faticosa ricerca che sfoglia il passato strato a strato e ridispone gli elementi, sovrapponendoli a visioni oniriche, ricostruendo la figura paterna. ]