Philippe Jaccottet: 'Portovenere'

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Philippe Jaccottet

Portovenere



Di nuovo cupo il mare. Tu capisci,
è l'ultima notte. Ma chi chiamo? A nessuno
parlo, all'infuori dell'eco, a nessuno.
Dove strapiomba la roccia il mare è nero, e rimbomba
in una campana di pioggia. Un pipistrello
urta come stupito sbarre d'aria,
e tutti questi giorni sono persi, lacerati
dalle sue ali nere, a questa gloria
d'acque fedeli resto indifferente,
se ancora non parlo né a te né a niente. Svaniscano
questi "bei giorni"! Parto, invecchio, che importa,
il mare dietro a chi va sbatte la porta.


(da 'Il gufo', 1953 - Traduzione di Fabio Pusterla)


[ FONTE ]


Philippe Jaccottet (Moudon, 30 giugno 1925 – Grignan, Francia, 24 febbraio 2021)

[ Poeta, scrittore, traduttore e critico letterario svizzero di lingua francese. La sua poesia si sforza di trovare una relazione con la natura e il mondo, cercando di preservare l'emozione di fronte alle cose viste, lavorando ora sul percepito ora sul sentito. ]

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