Giuliano Gramigna: 'Sulla porta di casa'

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Giuliano Gramigna

Sulla porta di casa



Cupole d'azzurro saccheggiate
da strie di nuvole candide
o "un biplano fra sfatta nuvolaglia"-
lui lo scrisse una volta
e noi lo saccheggiammo.
Che altro ci resta da saccheggiare?
Non la sua nitidezza cinese
tanto meno il vuoto che rilega
tre cento mille cieli
dal Mlunzèl alla Funivia.
Sono morti, o stanno, quelli
che sapevano decrittare i nomi.
Bella langue pacificante
lingua di felicità.

*

La porta di casa fa resistenza
a rinchiudersi alle mie spalle
quasi non volesse
mettermi fuori.
Ma io confondo continuamente
il dentro e il fuori. Non riesco
più a decifrare
le letterine dell'inconscio.


(da 'Quello che resta', Mondadori, 2003)


[ FONTE ]


Giuliano Gramigna (Bologna, 31 maggio 1920 – Milano, 15 aprile 2006)

[ Poeta, scrittore e critico letterario. La sua poesia, passata dall'Ermetismo alla Neoavanguardia, incrociò l'eticità civile della "Linea Lombarda" con una visione sperimentale nutrita di cultura psicanalitica, strutturalismo e semiologia. ]

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