Guglielmo d'Aquitania: 'Per la dolcezza del tempo nuovo'

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Guglielmo d'Aquitania

Per la dolcezza del tempo nuovo



Per la dolcezza del tempo nuovo
mettono le foglie i boschi, e gli uccelli
cantano, ciascuno nella propria lingua,
secondo il verso del canto nuovo:
dunque è giusto che ciascuno si volga
a ciò di cui ha più desiderio.

Da lì dove mi è più buono e bello
non vedo messaggero né messaggio,
sicché il mio cuore non dorme e non ride
né io oso farmi avanti,
finché io non sappia bene del fatto
se esso è così come io lo voglio.

Il nostro amore va così
come il ramo del biancospino,
che sta sull'albero bruciando,
la notte, con la pioggia e al gelo,
fino al giorno dopo, quando il sole si spande
attraverso il fogliame sul ramoscello.

Ancora mi ricordo d'un mattino
quando noi ponemmo fine alla guerra
e che mi donò un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Ancora mi lasci Dio vivere tanto
che io metta le mie mani sotto il suo mantello!

Perché non m'importa dello strano latino
che mi divide dal mio Buon Vicino;
perché io so le parole come vanno,
quando si recita un breve sermone che si recita:
perché alcuni si vanno vantando dell'amore,
e noi non ne abbiamo il pane e il coltello.


[ FONTE ]


Guglielmo d'Aquitania, conosciuto anche come Guglielmo di Gellone o Guglielmo I di Tolosa o ancora, in composizioni poetiche, come Guglielmo d'Orange (750 circa – Gellona, 28 maggio 812)

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