Agostino Richelmy: 'In campagna'
Agostino Richelmy
In campagna
Giugno adagio procede profumato
dai tigli, effusamente;
né mi disturba di scontrare a lato
i lasciti del fieno sul passaggio
delle carra di maggio.
Penetrare si può nella callaia
e trovare sul margine del prato
un anarchico fiore incoltivato;
là sta la vigna con filari in gaia
schiera guerresca a infiorescenze ritte
sui palmiti, tra breve con migliaia
d'acini penzolanti.
Intanto al campo appaiono già fitte
le spighe e l'orfane goccette rosse
dei papaveri, e sparsi azzurreggianti,
i fiordalisi teneri tra il grano.
Vanno grondoni al pascolo le grosse
mucche tranquille, e un vecchio mandriano
si sdraia all'ombre nuove
del noce or ora roseo di foglie.
Un uccelletto incomincia a cantare
in pace. Mi fa lieto e mi commuove
d'esser ben «lungi dal subdolo mare»
che sempre rumoreggia all'orizzonte.
(da 'La lettrice di Isasca', Garzanti, 1986)
[ FONTE ]
Agostino Richelmy (Torino, 25 marzo 1900 – Collegno, 27 febbraio 1991)
[ Poeta e traduttore italiano. Attivo negli ambienti letterari del capoluogo piemontese sin dagli anni '30. Tra i suoi lavori si ricordano soprattutto le traduzioni per Einaudi: le "Favole " di Fedro, le "Bucoliche " e le "Georgiche " di Virgilio, e opere di Voltaire, Gustave Flaubert e Alfred de Musset. ]