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Giovedì 28 Mar 2024
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Fausto Maria Martini: 'Elegia del caffè-concerto'

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Fausto Maria Martini

Elegia del caffè-concerto



Fausto, povero Fausto, solo solo!
stai rannicchiato come un usignolo,

ma si vede che il tuo nido è di spine!
Che guardi? guardi agli ori, alle stelline

di quella ch'ora canta in palcoscenico?
o guardi, forse, al tremolar dei seni,

dei seni tondi come doppia pesca?
O speri ancora che sul fondo cresca

la luna gialla (che malinconia!)
la luna che da due ore s'avvìa

pel cielo e ancora dietro il monte sta,
rassegnata nell'immobilità...

Sta il Vesuvio, dipinto, sopra il mare,
stanno le vele senza navigare,

Posillipo odoroso non odora,
e tutto è falso, e indarno, ecco, si sfiora

il ritornello d'una canzonetta,
poiché nessuna bella amante aspetta

quel canto, né dal sonno si ridesta:
«A Marechiaro ce sta 'na fenesta!...».

Che pensi? il palcoscenico dipinto
è triste e gaio. Triste d'oro stinto,

gaio di fiori: e fiori e oro, come
son dentro la tua chiesa, dal bel nome,

Santa Prudenzia; e quella ch'ha la gonna
gemmata e canta è come la Madonna,

piena di stelle, piena di gioielli
col diadema sopra i suoi capelli...

Tu pensi, Fausto, che la cantatrice,
a chi sia dato udir quello che dice

quando non finge, e starle sempre accanto
per ritrovare in lei la via del pianto,

pensi che anch' ella, nel cuore, se cade
il velo, mostra le sue sette spade!

È come la Madonna! E tu vorresti
vestire delle più succinte vesti

lei, ch' ora è quasi ignuda: un fior di carne
socchiuso e senza desiderio, farne

la rassegnata amante provinciale,
perché t'amasse, senza farti male!

E s'ella un giorno si risovvenisse
del breve palcoscenico, ove visse,

la condurresti (oh un poco di maretta!)
a navigare sopra una barchetta,

pel mare vero, a piè d'un monte vero,
sorgendo, ora, la luna per davvero...

E certo, a dissipar la nostalgia
di questa dolce tua malinconia,

che forse allora si trasmuterebbe
in un rimpianto, ella t'accennerebbe

triste e lieta, piegando un po' la testa:
«A Marechiaro ce sta 'na fenesta!».


(da 'Poesie provinciali', Ricciardi, 1910)


[ FONTE ]


Fausto Maria Martini (Roma, 14 aprile 1886 – Roma, 12 aprile 1931)

[ Poeta, drammaturgo e critico letterario italiano. Nato poeta crepuscolare nella cerchia di Sergio Corazzini, si trasformò in autore di teatro intimista prediligendo sempre il mondo provinciale e borghese e una contemporanea ansia di evasione, pur nella consapevolezza della sua impossibilità. ]

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