Fausto Maria Martini: 'Elegia del caffè-concerto'
Fausto Maria Martini
Elegia del caffè-concerto
Fausto, povero Fausto, solo solo!
stai rannicchiato come un usignolo,
ma si vede che il tuo nido è di spine!
Che guardi? guardi agli ori, alle stelline
di quella ch'ora canta in palcoscenico?
o guardi, forse, al tremolar dei seni,
dei seni tondi come doppia pesca?
O speri ancora che sul fondo cresca
la luna gialla (che malinconia!)
la luna che da due ore s'avvìa
pel cielo e ancora dietro il monte sta,
rassegnata nell'immobilità...
Sta il Vesuvio, dipinto, sopra il mare,
stanno le vele senza navigare,
Posillipo odoroso non odora,
e tutto è falso, e indarno, ecco, si sfiora
il ritornello d'una canzonetta,
poiché nessuna bella amante aspetta
quel canto, né dal sonno si ridesta:
«A Marechiaro ce sta 'na fenesta!...».
Che pensi? il palcoscenico dipinto
è triste e gaio. Triste d'oro stinto,
gaio di fiori: e fiori e oro, come
son dentro la tua chiesa, dal bel nome,
Santa Prudenzia; e quella ch'ha la gonna
gemmata e canta è come la Madonna,
piena di stelle, piena di gioielli
col diadema sopra i suoi capelli...
Tu pensi, Fausto, che la cantatrice,
a chi sia dato udir quello che dice
quando non finge, e starle sempre accanto
per ritrovare in lei la via del pianto,
pensi che anch' ella, nel cuore, se cade
il velo, mostra le sue sette spade!
È come la Madonna! E tu vorresti
vestire delle più succinte vesti
lei, ch' ora è quasi ignuda: un fior di carne
socchiuso e senza desiderio, farne
la rassegnata amante provinciale,
perché t'amasse, senza farti male!
E s'ella un giorno si risovvenisse
del breve palcoscenico, ove visse,
la condurresti (oh un poco di maretta!)
a navigare sopra una barchetta,
pel mare vero, a piè d'un monte vero,
sorgendo, ora, la luna per davvero...
E certo, a dissipar la nostalgia
di questa dolce tua malinconia,
che forse allora si trasmuterebbe
in un rimpianto, ella t'accennerebbe
triste e lieta, piegando un po' la testa:
«A Marechiaro ce sta 'na fenesta!».
(da 'Poesie provinciali', Ricciardi, 1910)
[ FONTE ]
Fausto Maria Martini (Roma, 14 aprile 1886 – Roma, 12 aprile 1931)
[ Poeta, drammaturgo e critico letterario italiano. Nato poeta crepuscolare nella cerchia di Sergio Corazzini, si trasformò in autore di teatro intimista prediligendo sempre il mondo provinciale e borghese e una contemporanea ansia di evasione, pur nella consapevolezza della sua impossibilità. ]