Sandro Baganzani: 'Alla Befana'
Sandro Baganzani
Alla Befana
Befana sicuro con lo scialle di lana
e la cuffia
a cavallo di un raggio di luna
arrivi dalla Mecca
arrivi forse da più distante,
dal paese dove le piante
sono cariche sempre di verzura
dentro i giocondi orti,
per portare i tuoi doni
ai fanciulli più buoni.
A me, cosa mi porti?
Giocattoli strani, dorate delizie,
datteri, dolci è il tuo carico.
Per i camini versi
le ceste ricolme,
ricolmi le calze
sospese sul davanzale.
Hai le ale per volare dove vuoi.
Ma se puoi
fammi ancora camminare
in letizia tranquilla
lungo le campestri vie,
ch'io mi commuova, se squilla
un richiamo di avemarie:
ch'io pieghi i ginocchi davanti
il dolcissimo riso
di Colei che non mente.
Ch'io ami le viole selvatiche
la tristezza dei tramonti,
l'odore paesano
delle corti sui miei monti.
E così,
fortemente amando
invecchiare fammi,
ma accanto ch'io senta
all'unisono il cuore palpitare
di colei che è eternamente giovine.
Befana,
che arrivi dalla Mecca
arrivi forse da più distante,
sai bene come si chiama
la mia «Non conosciuta amante»!
(da 'Senzanome', Mondadori, 1924)
[ FONTE ]
Sandro Baganzani (Verona, 8 febbraio 1889 – 28 gennaio 1950)
[ Poeta italiano, appartenne al gruppo dei "poeti di Verona e di Ferrara". La sua poesia, di intonazione fra pascoliana e crepuscolare, ha accenti felici quando svolge i suoi temi d'amore e di morte in un ambito di idillio paesano. ]